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FERRAGOSTO 1962: LA LANCIA AURELIA B24 SPIDER PROTAGONISTA SUL GRANDE SCHERMO, "IL SORPASSO"

Nasceva 65 anni fa dal segno fluido della matita di Aldo Brovarone per Pininfarina.

Questa sportiva è ancora di una straordinaria attualità, come tutte le cose belle e intramontabili. Messa a punto nella parte tecnica da Gianni Lancia, Carlo, Virgilio e Vittorio Jano, nella carrozzeria è in linea con l'estetica degli anni Cinquanta/Sessanta, che, dopo gli anni oscuri della guerra, oppone alle forme austere e dure prebelliche forme fluide e curvilinee, sulle quali lo sguardo scorre senza impedimenti. È l'estetica della leggerezza, dell'eleganza nella semplificazione dei modelli, come contemporaneamente Gio Ponti attuava nelle strutture architettoniche e negli arredi. 
Chi potè ammirarla al Salone di Torino e a quello di Ginevra nel 1955, ne apprezzò subito il profilo ondulato senza interruzioni, dal frontale ai parafanghi, alla "coda" addolcita dalla presenza discreta di due "pinne" (alla moda americana di quell'epoca). I fianchi sono lisci e puliti per le portiere prive di maniglie visibili. 
Il parabrezza della B24 è panoramico e avvolgente, profilato di ottone cromato.

Un'eleganza curvilinea caratterizza anche il cruscotto, come l'interno imbottito. La capote ripiegabile in tela scompare dietro ai sedili. I colori della carrozzeria chiari, pastello.

 

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UN'AUTO DA CINEMA

L'Aurelia B24 fu la sportiva più amata dagli italiani e molto apprezzata all'estero soprattutto nella versione convertibile del 1956. Ne furono prodotti in totale 240 esemplari, di cui 181 con guida a sinistra, siglate S.
Con molta acutezza, il regista Dino Risi ne colse il  valore simbolico, come l'espressione tecnologica dell'euforia per il benessere economico, del senso della libertà individuale che si manifesta nella velocità; l'oggetto di lusso che nelle relazioni sociali fa la differenza.
Nel film "Il sorpasso"del 1962, commedia all'italiana del neorealismo rosa, con Vittorio Gassman e Jean Louis Trintignant, l'Aurelia B24  è la vera protagonista; ha le stesse curve adolescenziali della protagonista femminile, la giovanissima Catherine Spaak. Nonostante il finale drammatico e il bruciante cinismo che pervade tutta la pellicola, il film, capolavoro del regista, lanciò in tutto il mondo la bellissima automobile italiana.

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