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SIATA: una bella storia italiana 1926-1970

SIATA, ovvero la Società Italiana Applicazioni tecniche Auto-Aviatorie

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La SIATA, ovvero la Società Italiana Applicazioni tecniche Auto-Aviatorie, è stata una piccola casa automobilistica italiana, fondata a Torino da Giorgio Ambrosini, nel 1926.
All’origine produceva parti per automobili- in particolare Fiat- elaborate su meccanica Fiat 522, 524, 514, 508 Balilla. Durante il secondo conflitto mondiale, la Siata - interpretando le esigenze di una motorizzazione di massa- decise la progettazione di un motorino ausiliario per biciclette.
Dalle idee dell’estroso ingegnere Giuseppe Remondini, nacque“. Cucciolo” (1945), prima realizzazione motoristica dell’immediato dopoguerra. Questo progetto ebbe un tale successo che la Siata , non avendo le strutture adeguate per soddisfare la richiesta, dovette rivolgersi alla casa motociclistica Ducati che, sul finire del 1946, acquisì in esclusiva “Cucciolo” , facendone un “ must”.
Nel dopoguerra, la Siata (divenuta Società Italiana Auto Trasformazioni Accessori) produsse la Siata Amica cabriolet, dalla linea femminile come il nome, graziosa ed elegante, a 2 posti , con meccanica 500 Fiat Topolino.
Poi la Daina, modello cabriolet derivato dalla Fiat 1400, il cui prototipo fu affidato dalla casa alla Siata e presentato al Salone dell’auto di Parigi nel 1952.
Nello stesso anno la Siata partecipa alla progettazione della Fiat 8V e realizza la 208 Sport su disegno del celebre stilista torinese Giovanni Michelotti per Bertone; auto prodotta in soli 56 esemplari; sportiva leggera con carrozzeria spider in alluminio, un gioiello italiano, da due milioni di dollari attuali, considerata da Steve McQueen “una piccola Ferrari “.

La Siata 300 BC, sportiva derivata dalla Amica con motore Fiat , è una barchetta molto apprezzata negli Stati Uniti , con motore Crosley;
ha partecipato anche alla Mille Miglia.
Mitzi, piccola utilitaria dal nome gentile, fu prodotta dal 1953 al 1956,con il carrello più semplice, leggero ed economico, motore posteriore bicilindrico a valvole laterali di 434 cm. cub.; rimasta però allo stadio di prototipo.

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L’Azienda, nella seconda metà degli Anni Cinquanta, prese a modello la Fiat 600 e la Fiat 1100.
Siata Auto nel 1959 rinnova la ragione sociale e il 49% del capitale viene acquisito dalla Abarth, che ha in programma per il marchio automobili stradali di alto livello , e auto da corsa con meccanica Fiat.
L’accordo fra le due aziende finirà nel 1960. 
Al Salone di Torino del 1959 fu presentata la 750 sia coupe’ che Spider.
Negli Anni Sessanta, la Siata rilancia modelli disegnati da Giovanni Michelotti, la TS coupe’ Tipo Sport o Testa Siata, che utilizza componenti Fiat 1300/1500, anche con motore 1600.
Nel 1967, la Siata Spring Spider è l’ultimo capolavoro dell’Azienda torinese, che chiude l’attività nel 1970.
Questa autovettura è uno dei primi esempi di “ stile retrò “, ispirato a modelli degli Anni ‘30-‘40 e al British-style. Elegante e leggera, la carrozzeria scoperta presenta un lungo cofano/bagagliaio dal profilo squadrato, con ampia falsa calandra su finto radiatore.
Infatti, il motore è dietro, la trazione posteriore.
Negli Anni Settanta, in Sardegna, apre la ORSA ( Officine Realizzazioni Sarde Automobili dei Fratelli Focanti) , che rileva il progetto della Siata Spring per rilanciarlo sul mercato con un centinaio di esemplari di Orsa 850 Spring.
A sua volta, la ISO , fondata da Renzo Rivolta, acquisisce le catene di montaggio della Spring Siata , ridandole nuova vita per qualche tempo, con il nome di Orsa 850 Spring Special.
Si conclude così una bella storia italiana-e torinese- di idee, di lavoro, di tenace volontà di affermazione nel vasto, complesso e difficile mondo della progettazione automobilistica.

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Segue link della Franco Ragni Srl specializzata nella produzione di fregi per questo modello: https://r1934shop.it/categoria-prodotto/fregi-stemmi-e-scritte/